Drago di Komodo – Varanus komodoensis
Il drago di Komodo, nome scientifico Varanus komodoensis, è un rettile appartenente alla famiglia Varanidae.
Questa è la più grande specie di lucertola vivente esistente al mondo e fu documentata per la prima volta dagli europei nel 1910. I nativi dell’isola chiamano il drago di Komodo con il nome buaya darat che significa letteralmente coccodrillo di terra.
In pochi sanno che il personaggio cinematografico di King Kong è stato ispirato da questo rettile. Merian C. Cooper, il regista del film del 1933 infatti, aveva incontrato pochi anni prima l’esploratore scientifico W. Douglas Burden che, appena rientrato da Komodo, aveva portato con sé un Varanus komodoensis vivo. Per il suo film, Cooper si ispirò alla storia della spedizione, sostituendo però il rettile con un gorilla.
Aspetto
Il drago di Komodo è un animale dalle dimensioni notevoli. I maschi misurano mediamente 2,60 mt e pesano tra gli 80 ed i 90 kg. Le femmine sono un po’ più piccole, con una lunghezza media di 2,30 mt ed un peso di 68/73 kg.
L’esemplare più grande documentato di Varanus komodoensis era lungo 3,13 mt e pesava 166 kg.
Il corpo ha un aspetto massiccio, la coda è lunga quanto il corpo. I denti seghettati sono lunghi circa 2,5 cm e sono completamente ricoperti dal tessuto gengivale che viene regolarmente lacerato durante la masticazione. Per questa ragione la sua saliva può essere rossa. La lingua è molto lunga, di colore giallo e profondamente biforcuta.
La pelle è robusta, ricoperta da squame carenate che contengono osteoderma, come nel caso dell’eloderma orrido. Alcune di queste squame hanno delle placche sensoriali collegate ai nervi per facilitare il senso del tatto, specialmente nella testa e nelle piante dei piedi.
Sono dotati di artigli molto forti che vengono usati come arma di difesa.
Come altri Varanidi, il drago di Komodo ha un singolo orecchio, che gli permette di percepire soltanto suoni compresi tra i 400 ed i 2.000 Hz. Di giorno riesce a vedere oggetti fino a 300 mt di distanza e a distinguere i colori, la visione notturna è invece scarsa.
Habitat
Il drago di Komodo predilige ambienti caldi e aridi. Vive infatti nelle praterie secche e aperte, nella savana e nelle foreste tropicali a basse quote.
Comportamento
Il Varanus komodoensis è diurno anche se può saltuariamente essere attivo anche di notte. È un animale tendenzialmente solitario, si unisce in gruppi soltanto per allevare i piccoli e cacciare.
Questi incredibili animali sono in grado di correre molto velocemente, circa 20 km/h, e di immergersi in acqua fino a profondità di oltre 4 mt. Gli esemplari più giovani riescono perfino ad arrampicarsi sugli alberi, utilizzando i forti artigli. Con l’età questo diventa impossibile perché il loro peso rende poco pratica la scalata verso l’alto.
Il drago di Komodo usa la lingua per sentire meglio gli odori e per conoscere la realtà circostante. L’abitudine del Varanus komodoensis di muoversi oscillando la testa da un lato all’altro è dovuto a questo bisogno di tastare l’aria circostante. Grazie al suo ottimo olfatto può percepire un animale morto o morente a più di 9 km di distanza.
Per dormire si costruisce una tana. Ripulisce il terreno dalla vegetazione, scava delle buche che possono arrivare fino a 3 mt di larghezza e le contrassegna con gli escrementi. Passando la notte nella sua tana, il varano di Komodo è in grado di conservare il calore del corpo, riducendo così i tempi di permanenza al sole per la termoregolazione.
Questi rettili cercano sempre di evitare gli incontri con gli esseri umani. Gli esemplari giovani sono molto schivi e se un uomo entra nel raggio di 100 mt, fuggiranno rapidamente in un nascondiglio. Anche gli adulti preferiscono fuggire dagli umani, ma da una distanza inferiore. Se non ha vie di fuga, il drago di Komodo reagirà in modo aggressivo aprendo bocca, sibilando e dondolando la coda.
Se si sente minacciato, non esita ad attaccare. Sebbene ci siano aneddoti su Varanus komodoensis che attaccano gli esseri umani senza essere stati provocati, nella maggior parte dei casi questo non accade. In ogni caso, anche quando questi animali appaiono docili possono diventare imprevedibilmente aggressivi, specialmente quando il loro territorio viene invaso.
In cattività hanno mostrato attitudine al gioco con diversi oggetti, non motivata dal cibo ma esclusivamente dal divertimento.
Saliva e Veleno del Drago di Komodo
La maggior parte delle persone sono convinte che drago di Komodo, a causa dei residui di carne in decomposizione tra i denti, abbia la bocca piena di batteri che causano infezioni talmente gravi da portare alla morte. Anche se, ovviamente, nella saliva di questo rettile sono presenti diversi tipi di batteri, questi non sono diversi da quelli presenti nella bocca di qualunque altro carnivoro. Paradossalmente, il drago di Komodo ha in realtà un’igiene orale ottima. Dopo mangiato infatti, questi animali passano un quarto d’ora a pulirsi la bocca con la lingua e sfregando il muso tra le foglie.
Nel 2009, attraverso una risonanza magnetica ad un Varanus komodoensis malato, i ricercatori hanno scoperto la presenza di due ghiandole nella mascella inferiore. Queste ghiandole secernono diverse proteine tossiche del tutto simili ad un vero e proprio veleno. Potrebbe dunque essere il veleno il responsabile delle morti causate dal drago di Komodo e non i batteri presenti nella sua saliva, come si supponeva prima.
Sintomi
I sintomi locali indotti da queste proteine tossiche sono un rapido gonfiore ed un dolore intenso che possono durare per diverse ore.
I sintomi sistemici includono:
- Inibizione della coagulazione del sangue
- Abbassamento della pressione sanguigna
- Paralisi muscolare
- Ipotermia
Tutto questo può portare allo shock e alla perdita di coscienza a causa dell’avvelenamento. Gli studiosi ritengono comunque che il veleno del drago di Komodo non sia necessario a causare la morte delle sue vittime dato che questa avviene prevalentemente per la massiccia perdita di sangue dovuta al morso. Per questo si sta pensando che le proteine tossiche abbiano una funzione diversa ma ancora sconosciuta.
Anche se gli attacchi agli esseri umani sono rari, questi animali sono responsabili di diversi morti, sia in natura che in cattività. Tra il 1974 ed il 2012 sono stati documentati 24 attacchi, 5 dei quali mortali.
L’ultima aggressione di un drago di Komodo ad un essere umano risale al maggio del 2017. Un cinquantenne di Singapore è stato gravemente ferito alla gamba sinistra anche se è riuscito a sopravvivere.
Riproduzione e Accoppiamento
La stagione degli accoppiamenti per il drago di Komodo è tra maggio e agosto. Per avere diritto all’accoppiamento i maschi eseguono dei combattimenti, spingendosi tra loro, in equilibrio sulle zampe posteriori. Il vincitore farà scorrere la lingua verso la femmina per capire se è recettiva. Se la femmina è disponibile all’accoppiamento, il maschio la corteggerà sfregandole il suo mento sopra, graffiandole la schiena e leccandola.
Le femmine di questa specie non sono molto collaborative durante l’accoppiamento. I maschi devono riuscire ad immobilizzarle completamente se non vogliono rischiare di essere feriti seriamente durante l’accoppiamento dai denti e dagli artigli della femmina. I Varanus komodoensis possono essere monogami, creando un legame di coppia rarissimo tra le lucertole.
A settembre le femmine depongono mediamente 20 uova, in un buco creato appositamente per questo o nel nido abbandonato dei megapodidi. Le femmine creano diverse buche fasulle per ingannare gli altri draghi che potrebbero mangiare le uova.
Le uova vengono incubate per 7 o 8 mesi, per schiudersi ad aprile, periodo in cui gli insetti per sfamare i piccoli sono abbondanti.
Appena nati, i piccoli misurano circa 45 cm e pesano 100 gr. Sono del tutto indifesi e quindi molto soggetti alla predazione. I giovani trascorrono i primi anni di vita sugli alberi per difendersi dai predatori e dagli adulti della loro stessa specie che possono divorarli.
Il drago di Komodo raggiunge la maturità sessuale a 8/9 anni d’età e può vivere fino a 30 anni.
La partenogenesi
Nel 2008, lo zoo della contea di Sedgwick nel Kansas, ha documentato che Il drago di Komodo può riprodursi attraverso la partogenesi. In pratica la crescita e lo sviluppo degli embrioni avviene senza la necessità di fecondazione.
Nel caso di questa specie però, i piccoli nati con partogenesi sono tutti maschi. Il drago di Komodo ha cromosomi sessuali ZW e, contrariamente a quanto accade nel sistema XY dei mammiferi, la determinazione del sesso dei nascituri dipende dalle femmine.
Quando una femmina si riproduce con la partogenesi, fornisce alla sua progenie un solo cromosoma da ciascuna delle sue coppie di cromosomi. Questo singolo set di cromosomi è duplicato nell’uovo, che si sviluppa partenogeneticamente. Le uova che ricevono un cromosoma Z diventano ZZ e quindi maschi. Le uova che ricevono un cromosoma W diventano femmine ma non riescono a svilupparsi. Questo è il modo che la natura ha scelto per ricreare una popolazione sessualmente riproduttiva ma, in cattività, la partenogenesi può essere dannosa per la diversità genetica.
Alimentazione e Tecniche di Caccia
Questi rettili mangiano invertebrati, uccelli, uova, rettili e mammiferi come cervi, maiali, cavalli, ovini e bovini, ma sono anche noti come mangiatori di carogne. In casi eccezionali possono attaccare e mangiare anche gli esseri umani.
La tecnica di caccia del drago di Komodo è da agguato. Quando una preda si avvicina, viene caricata ad alta velocità dal Varanus komodoensis che la attacca alla gola. Il drago cercherà di uccidere la preda per mezzo delle lacerazioni inferte dai morsi e delle copiosa perdita di sangue. In alcuni casi questi rettili abbattono grosse prede come i cervi ed i maiali attraverso dei potentissimi colpi di coda.
Una volta uccisa, la preda viene mangiata strappando dei grossi pezzi di carne dalla carcassa che viene tenuta ferma con le zampe anteriori. Gli animali più piccoli vengono invece ingoiati interi.
Dato che solitamente questi rettili cacciano in gruppo, per mangiare utilizzano una gerarchia. I Varanus komodoensis più grandi hanno il diritto di mangiare prima di quelli più piccoli. Due draghi della stessa dimensione possono scontrarsi fisicamente per stabilire chi dovrà mangiare per primo.
Una volta ingerito il cibo che solitamente corrisponde ad una quantità pari all’80% del suo peso corporeo, il drago di Komodo si sdraia al sole per accelerare la digestione. Dopo aver digerito il rettile rigurgita gli scarti del pasto (denti, peli, corna…) ricoperti da un muco maleodorante.
Questi animali hanno un metabolismo lentissimo che gli permette di sopravvivere anche con solo 12 pasti all’anno.
Curiosamente, per bere aspirano l’acqua e poi alzano la testa per farla fluire verso la gola.
Conservazione
Nella lista rossa IUCN il drago di Komodo è considerato vulnerabile. È a rischio di estinzione a causa dell’attività vulcanica, dei terremoti e della progressiva perdita di habitat oltre al bracconaggio ed al commercio illegale di questi animali.
Per questa ragione il Varanus komodoensis è protetto dalla legge indonesiana. Al fine di proteggere questa specie è nato il Parco Nazionale di Komodo che è diventato anche una attrazione eco turistica.
Si è spesso tentato di tenere questi rettili negli zoo ma in cattività non si riproducono facilmente e si ammalano con grande facilità.
Diffusione

Il drago di Komodo vive in Indonesia, nelle isole di Komodo, Rinca, Flores, Gili Motang e Padar.
Drago di Komodo – Varanus komodoensis